Il Pane non si butta
Pappa al Pomodoro, Suppa Cuata, Pangot...
il pane cotto è servito
Il pane cotto è uno dei piatti di recupero più antichi e ri-pensati della tavola contadina italiana. Mutabile nella preparazione e negli ingredienti è espressione di quel sentimento di venerazione e rispetto che da sempre l’uomo ha rivolto al pane, a quel “cibo sacro” simbolo - oltre il suo essere nutrimento - della cultura, delle tradizioni ed usanze di un territorio. Perché su quelle tavole il pane era un dono che doveva essere toccato con cura e non si buttava il pane.
Così dal pane raffermo della tavola contadina toscana nasceva la Pappa al Pomodoro, da quelle venete, lombarde e piemontesi la Panada, da quelle liguri il Pancheuto.
Sulla tavola sarda il pane raffermo condito con sugo rosso o brodo di verdure e di carne era uno dei piatti più ricorrenti per “recuperare” e non sprecare il pane quotidiano. Si immergeva il pane, per pochi secondi, in acqua bollente o in brodo e poi si condiva con sugo di pecora o di agnello o scaglie di ricotta mustia.
Suppa Cuatta, Mazzamurru, Pane a fittas sono alcuni dei piatti della memoria tipici della cucina di recupero dell’Isola. La “Suppa Cuatta”, la tradizionale zuppa gallurese, è il Pane cotto più conosciuto dell’Isola ed è ancora oggi proposto nei menù dei ristoranti. Ad Alghero il pane cotto si chiama Pacuit o Pangot.
La ricetta è molto semplice. Si bagna il pane con acqua calda e si condisce con sugo di pomodoro (si usava anche ammorbidire il pane direttamente con la salsa allungata con acqua), qualche foglia di basilico, se c'è, e da ultimo si spolvera con del formaggio grattuggiato.